Prima di qualsiasi cantiere di trasformazione: stringere alleanze

Un’impresa o una squadra hanno 1000 ragioni per evolversi. Non può esserci un cambiamento senza un’analisi. Ma ancor prima di fare una fotografia della situazione, il primo passo è quello di stringere alleanze. Il procedimento richiede une certa umiltà, prerequisito indispensabile per accettare di lasciarsi sconvolgere e mettersi in posizione di guidare la trasformazione.
« Nel momento in cui un dirigente d’azienda affida la propria attività a un temporary manager, la fiducia è una condizione sine qua non per iniziare lo scambio. Tuttavia non è sufficiente per dare inizio a dei cambiamenti. Il primo passo da compiere è quello di stringere un’alleanza tra il committente che richiede un temporary manager e quest’ultimo.
Identificare i problemi e risolverli
Non è semplice per un dirigente di richiedere un aiuto esterno per trovare delle soluzioni alle difficoltà incontrate nella propria azienda, ma sarebbe ancora più complicato tentare di risolvere i problemi per conto proprio. Colui che vede la necessità di apportare dei miglioramenti al funzionamento dell’azienda, è parzialmente, lui all’origine del sistema da cambiare. È accettando l’esistenza di questi meccanismi individuali che si possono sviluppare i progetti di trasformazione che riguardano la collettività.
Procedere passo dopo passo senza fretta
Il primo contatto che avviene tra un temporary manager e un committente è fatto di convenevoli. Si tratta di fare conoscenza di persona : chi siamo e da dove veniamo ? Quello che potrebbe sembrare un eccesso di educazione è essenziale per poter affrontare i colloqui sull’essenza del problema. È a quel punto che inizia la relazione funzionale. Un’impresa che ci contatta ha un bisogno ed il nostro interlocutore è concentrato sulla risoluzione delle difficoltà riscontrate. Pertanto noi lo ascoltiamo con attenzione, con spirito di comprensione e di collaborazione.
Ascoltare ed evitare qualsiasi giudizio
Per una prima panoramica della situazione, un temporary manager raccoglie delle informazioni provenienti, generalmente, da quest’unico interlocutore. Questa trasmissione di elementi deve consentire di creare una relazione di fiducia. L’interlocuzione viene condotta con diversi punti forti : ascoltare con attenzione, evitare ogni tipo di giudizio, accogliere le proposte di soluzione del dirigente … È una volontà di progredire insieme e non di apportare delle modifiche a quello che esiste già che si tesse in questo momento. Sarà un comportamento da conservare anche in seguito, sia da parte del temporary manager sia da parte del suo interlocutore nei confronti di tutte le parti interessate.
Cambiare la visione del committente… su se stesso
Al termine di queste tappe relazionali (convenevoli, scambi operativi e creazione di fiducia), l’azione forte che segue è quella di convincere il dirigente del fatto che lui stesso appartenga a un sistema che non è più ottimale. Per prendere le decisioni giuste, il dirigente dovrà far evolvere il suo stesso ruolo. L’obiettivo non può essere di fare « ancora di più » di quanto sia stato fatto fino a quel momento. È necessario adottare un altro sguardo globale che riguardi anche il dirigente ed i suoi meccanismi di funzionamento. Se il dirigente stesso non è pronto a tale umiltà, non ci è possibile svolgere al meglio la missione affidataci.
Stringere alleanze : le base della relazione di lavoro
Un dirigente che accetta di allearsi ad un manager di transizione riconosce la legittimità di quest’ultimo a prendere la situazione in mano. Poste queste basi, è possibile avviare le tappe successive come l’analisi, la decisione di cambiare, la comunicazione sulle trasformazioni e la pianificazione degli obiettivi.
A proposito di Emmanuel Buée (fondatore di Cahra ed socio di Cahra by Simonelli)
Dapprima manager presso Robert Half international e MFT Ressources, Emmanuel Buée ha fondato Cahra nel 2009 ed è socio con Ezio Simonelli nella sociéta Cahra by Simonelli dal 2019.